Concessioni demaniali, Vincenzi (Fiba): Proroga indispensabile per fare ripartire investimenti
Si sta discutendo in queste ore in commissione industria al Senato l’emendamento al decreto sviluppo presentato da Simona Vicari (Pdl) e da Filippo Bubbico (Pd). Con tutti i riflettori addosso visto che la proposta è quella di prorogare le concessioni demaniali di altri 30 anni (a partire dal 31 dicembre 2015.
Un’idea italiana per aggirare l’asta pubblica della Bolkestein, prevista nel 2016. Un emendamento bipartisan che, intanto però, già nei giorni scorsi ha raccolto più di un intervento a sfavore. Malvista allo stesso governo la bozza ha incassato i niet di associazioni ambientaliste, Wwf e Legambiente, e del sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che scongiurano il pericolo della cementificazione dell’arenile. Si tratterebbe, in definitiva, di “un inciucio che viola pienamente gli obblighi comunitari fissati dalla cosiddetta direttiva sulla concorrenza”. Per il Wwf i bagnini “devono comprendere che le concessioni ultradecennali, che di fatto trasformano i beni demaniali in beni di proprietà degli assegnatari, non sono previste neppure dal nostro ordinamento”.
Intanto, però, i balneari incrociano le dita. Quella in discussione ora a palazzo Madama è la loro proposta. “Questa proroga per noi è una priorità”, sostiene Riccardo Vincenzi di Fiba Confesercenti. “E’ dal 30 ottobre del 2009 (c’era il ministro Fitto) che chiediamo un periodo adeguato per la transizione. Trent’anni ci sembrano giusti per far ripartire gli investimenti e soprattutto per dare un respiro più lungo a chi ha dovuto ipotecare. Per noi questa proroga non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per iniziare a ridiscutere con il governo tutte le problematiche inerenti alle concessioni demaniali”.
Sull’esito della discussione in commissione industria, i balneari sono un po’ incerti ma ricevono notizie positive. “Sappiamo che il governo non è d’accordo e non sappiamo come possa finire, ma arrivano anche notizie positive”.
Vincenzi rassicura quanti oggi e nei giorni scorsi hanno manifestato preoccupazione per l’eventuale proroga al 2045. “Il pericolo cemento non esiste perché ci sono dei piani spiaggia con delle regole molto precise. Anzi, l’impatto col cemento con gli anni sarà diminuito. Noi siamo i primi a tutelare la spiaggia. Se poi qualcuno commette abusi, lo condanniamo e pensiamo che ci siano le autorità competenti perché venga punito”.
I balneari hanno anche stilato una lista di città in cui andare a manifestare se l’esito dell’emendamento dovesse essere negativo, oppure il governo non fosse disponibile a tenere “aperto il tavolo per ridiscutere le problematiche del demanio”.